1 dicembre 2007

Non di sola pancia

"Bebè in arrivo"... e la meraviglia della vita porta una serie di scoinvolgimenti (anzitutto fisici, ma anche psichici) nella futura mamma. Il caratteristico pancione, insieme agli sbalzi umoral/ormonali, ai disturbi gastrici e a tante amene robine, ricordano alla madre, costantemente e in maniera innegabile, che la sua vita sta cambiando per sempre, dandole il tempo di prepararsi. Ovviamente, essere madri biologicamente non significa ipso facto esserlo psicologicamente: c'è bisogno di un processo di elaborazione, di una "nascita della madre" fondamentalmente di matrice culturale. Questo non significa che si possa essere "assolutamewnte pronte" a quello che realmente accadrà, ma, insomma, si può fare un buon lavoro preparatorio.
E il padre? Anche noi abbiamo bisongo di "nascere" come padri, ma abbiamo un piccola/grande fregatura: la comodità di non subire sconvolgimenti fisici ci può portare a trascurare il fatto che, in realtà, anche per noi tutto cambia. Anzitutto cambiano le relazioni e gli equilibri di coppia. Ce ne siamo accorti, vero? Ma come abbiamo reagito? La nostra compagna di vita sta cambiando, le sue attenzioni non sono solo per noi. Il nostro bambino interiore si sente un po' trascurato/geloso, dobbiamo abituarci ad una iniziale distanza dovuta al "rapimento emotivo" della futura madre. Cambiano i tempi e i modi della coppia, quelli del lavoro e quelli dell'intimità, che saranno molto diversi. Cambia la nostra stessa identità. Non spaventiamoci quindi se ci capita di provare talvota "senso di abbandono", smarrimento o rifiuto della realtà. Anche noi abbiamo nove mesi per metabolizzare tutto questo. L'importante è dotarsi di strumenti/occasioni adatti. E qui sorge il problema. Guardandomi in giro trovo pubblicazioni, siti, corsi pre-parto focalizzati (giustamente) sulla madre, poco o nulla per i papà. Per cui prendiamoci almeno quello che c'è: partecipiamo anche noi ai corsi pre-parto, ascoltiamo nostra moglie e le sue fantasie/emozioni/pensieri, diamoci dei tempi come coppia per parlare del nostro futuro di mamma e papà, prima che l'amorevole polpettina irrompa definitivamente, trasformando una coppia in una famiglia.

2 commenti:

Anonimo ha detto...

per ora non ho la possibilità di misurare il mio grado di nascita come padre (anche se posso vantare un pancione invidiabile...), ma credo che questa riflessione sul cambiamento (che mi riporta un pò al tuo post su counseling e d'intorni "ci cangia ddifrisca") sia in qualche modo applicabile a tutti gli eventi e le relazioni della nostra vita; e forse quello di lasciarsi modulare, plasmare ed in fondo anche scoprire dalle relazioni, dagli eventi, dall'altro, è un compito ancora più urgente per noi ometti, plamati sul mito dell'uomo che non deve chiedere mai, e meno che mai, cambiare...
gian paolo

Anonimo ha detto...

tutte le volte che lo leggo non posso fare a meno di commuovermi...sarà che sono donna.....ma secondo me sarà che ho un super pancione....che non ho mai avuto e che tutto,dentro e fuori di me, sta proprio cambiando....sigh...ecco mi sto commuovendo ancora